Che meno persone entrino nei punti vendita è un dato di fatto. La capacità di spesa degli italiani si è ridotta e con questa è diminuito anche il numero di consumatori che varcano la soglia delle profumerie, perché dare un’occhiata potrebbe far “cadere in tentazione”. È un momento difficile e una contingenza che non risparmia nessun settore. Basti pensare al calo di appeal registrato dai saldi di fine stagione. Ecco perché oggi ancora più di ieri è necessario rinnovarsi ma rimanendo fedeli alla natura del canale. Certo, fin qui non ci sarebbe nulla da obiettare, se il modello della profumeria fosse univoco, certo e universalmente valido. Eppure così non è. Ci sono realtà che nel corso del tempo hanno preso una deriva mass market e ora cercano di tornare sui propri passi, ci sono altri che hanno cercato di replicare l’approccio dei monomarca, ci sono ancora insegne che sono rimaste ancorate al passato e a modelli ormai anacronistici. È dunque necessario ritornare all’essenza del selettivo. Ma qual è? Sicuramente la professionalità e la competenza del personale, in grado di dare sempre il consiglio migliore, certamente un ambiente curato e accogliente e ancora una selezione di prodotti eccellenti, in grado cioè di rispondere a pieno alle esigenze dei consumatori. Entrare e acquistare in profumeria deve essere piacevole e “bello” nel senso più assoluto del termine. Ma lo è ancora? E i prodotti sono ancora quanto di meglio il mercato può offrire? È vero il trend è negativo, il mercato perde, ma la coerenza con il modello paga, se non oggi domani.