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Il modello dell’haircare

Il beauty sta performando bene in tutti i canali, lo dicono – nelle pagine di questo numero – Circana per il selettivo, New Line per la farmacia e NielsenIQ per la grande distribuzione. In particolare, in modo del tutto analogo a quanto accade oltreconfine e trasversalmente a tutti i canali – lo conferma l’Indagine Congiunturale di Cosmetica Italia – la categoria dell’haircare sta registrando risultati estremamente positivi. I consumatori apprezzano il fatto di potersi prendere cura dei propri capelli con prodotti specifici, tecnologici e professionali, nel salone del proprio parrucchiere di fiducia, come a casa propria. Tant’è che questo comparto è destinato a crescere. Eppure anche solo dieci anni fa il mercato era molto diverso. Come è accaduto tutto ciò? Certamente la pandemia ha insegnato al consumatore che un gesto prima ritenuto appannaggio del “professionista” può essere parte della propria routine domestica. Ma il successo non si sarebbe potuto verificare senza una perfetta triangolazione con l’industria e la distribuzione in quanto la prima ha saputo alimentare un nuovo comportamento di consumo con prodotti innovativi e altamente performanti e la seconda ha ampliato l’offerta in questo segmento, facendo scouting di nuovi brand e integrando il trattamento capelli nelle competenze del proprio personale addetto alla vendita. Tutto ciò ha fatto la differenza. Ma è possibile replicare un simile exploit in altre categorie di prodotto? Forse. Certamente sarà possibile solo agendo in modo coordinato tra industria e distribuzione ed essendo flessibili nel cogliere il cambiamento nel comportamento di consumo della clientela, che si tratti di federe del cuscino in seta oppure di device ad alto tasso di tecnologia…

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