La crisi finanziaria di Coin ancora senza soluzione. Il 9 gennaio Matteo Cosmi e Andrea Gabola, rispettivamente amministratore delegato e presidente di Coin, sono stati ascoltati dal Tribunale di Venezia in merito al piano di ristrutturazione dell’azienda. Al termine dell’udienza il giudice avrebbe chiesto tempo per studiare attentamente la situazione. È quanto emerge dal resoconto pubblicato dal quotidiano La Repubblica, che scrive: “Il management di Coin sta infatti definendo insieme a tutti gli azionisti e ai creditori il nuovo piano industriale per tagliare i costi, senza però ribaltare le riduzioni sul personale. Almeno queste sono le intenzioni. Quest’anno saranno chiusi sette punti vendita a gestione diretta su 31 (e nel dettaglio quelli di Roma Lunghezza e Bufalotta, quello di Latina, quello di San Donà di Piave. quello di Venezia e quello di Mi-lano City Life). (…) L’obiettivo del management è quello di arrivare al pareggio a fine 2026, tuttavia i debiti a fine2024 tra banche e fornitori sono lievitati a poco meno di 240 milioni, quasi pari al fatturato del gruppo. ll giro d’affari a chiusura del bilancio 2024 dovrebbe però arrivare a circa 260 milioni (senza considerare i130 franchising del gruppo). Urge trovare nuovi capitali, ma prima di tutto dovrà essere trovato un accordo con i creditori per allungare le scadenze e alleggerire le passività, I sacrifici che dovranno fare fornitori e creditori potrebbero essere significativi, Gli azionisti, tra cui Enzo De Gasperi (che via Hi Deck ha il 21,25% del capitale),la Liu Jo di Marco Marchi (15%), l’ex ceo Stefano Beraldo (che via Red Navy possiede il 20,67% e alcuni ex manager dell’azienda come Alessandro Faccio (0,29%) e Ugo Turi (0,29%), a quanto si apprende da fonti finanziarie non avrebbero le disponibilità necessarie per il rilancio. Anche perché, in alcuni casi, sono pure fornitori. Pertanto si starebbe cercando un nuovo socio di riferimento pronto a iniettare risorse fresche”. Nel frattempo sono tornate a farsi sentire le indiscrezioni relative a un interesse da parte di Ovs. “In pole position ci sarebbe la Ovs del fondo Tip di Gianni Tamburi, insegna che peraltro è nata nel 1972 come outlet, proprio da una costola di Coin. Tuttavia Tamburi, che per mesi aveva studiato l’acquisizione di Coin già nel 2022-2023, si era già tirato indietro perché la valutazione di allora (circa 100 milioni) non era interessante. Oggi le condizioni finanziarie di Coin sono peggiorate, ma Tip attraverso Ovs, a determinate condizioni potrebbe impegnarsi nel rilancio” scrive ancora La Repubblica.
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