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Il beauty cresce, non in profumeria

Secondo l'indagine congiunturale di Cosmetica Italia si stima una crescita del 4,5% nel 2018, sfiorando gli 11,5 miliardi di euro

Non solo il beauty tiene, ma cresce. È quanto afferma l’Indagine congiunturale di Cosmetica Italia, che per il 2018 stima una crescita del 4,5% fino a quota 11,5 miliardi di euro. Questo il fatturato globale del settore, trainato dalle esportazioni (che addirittura realizzano un incremento dell’8%) e dalle performance positiva soprattutto delle vendite dirette (+12%). Incerto, invece, l’andamento del canale selettivo per cui si stima un andamento del +0,5, dopo il calo di mezzo punto percentuale registrato nel 2017 con un valore pari a 2.008 milioni di euro (corrispondente al 19,9% del totale consumi). “Per spiegare le ragioni della difficoltà diffusa della profumeria si richiama il confronto con altri canali, dove è evidente l’importanza del mix di prodotti distribuiti: mentre in termini di peso il mass market raggiunge il 60% di valore distribuito con i primi sei prodotti, la profumeria copre la stessa quota con due item, i profumi e le creme viso. Si genera un eccesso di concentrazione che inibisce la specializzazione su altre famiglie di prodotto. Storicamente la profumeria è il canale che più di tutti ha risentito delle trasformazioni dei consumatori nell’ultimo decennio; solo in pochi casi l’attenzione ai concetti di selettività ha potuto tenere le attuali posizioni, anche se il confronto con la farmacia si fa sempre più serrato. Una volta di più occorre ricordare la staticità di molte profumerie tradizionali/di vicinato, in contrapposizione con le dinamiche di successo da parte delle catene organizzate e di quelle piccole realtà distributive che hanno saputo evidenziare i concetti di nicchia e di esclusività. Così come si confermano le politiche di prezzo superiori alla media del settore con marginalità ancora consistenti e attività promozionali sempre più mirate, ma resta evidente la disaffezione di molti consumatori nei confronti del canale, in particolare di quei punti vendita che non hanno saputo soddisfare la richiesta di shopping experience sempre più ricercata da ampie fasce di consumatori” si legge nell’indagine di Cosmetica Italia.

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