Vivienne Westwood debutterà nel beauty. È quanto afferma Carlo D’Amario, presidente, socio fondatore della maison Vivienne Westwood dalla sua fondazione nell’ambito di un’intervista a Il Corriere della Sera del 16 dicembre, che a proposito delle strategie future dell’azienda racconta: “Continuare a investire sull’e-commerce, che consente una vendita diretta senza intermediari siano un grande department store o un network distributivo. Con l’e-commerce la moda si vende come il contadino vende al mercato i suoi prodotti. Senza costi accessori. E poi allargando l’orizzonte a nuovi mondi, come quello della cosmetica’. La maison guarda alla nuova frontiera del lusso, per ‘lo sviluppo di una linea di cosmetica, sempre made in Italy. Nel distretto della bellezza lombardo, o meglio stiamo valutando due opzioni: Lombardia ed Emilia Romagna”. Nonostante il brand sia british è, infatti, legato a doppia mandata all’Italia dal punto di vista produttivo: “a parte il denim in Tunisia, il resto dai tessuti alla manifattura è tutto made in Italy: molto in Veneto, parte in Toscana e parte al Sud perché produrre nel Sud Italia è competitivo. In totale contiamo circa 400 dipendenti nel mondo, oltre cento solo in Italia dove in corso Venezia abbiamo headquarters italiano, showroom, negozio. Immobile di proprietà come a Londra, a Parigi, a Los Angeles e New York. E sono gli immobili che ci hanno garantiti dalle crisi. Compresa l’ultima innescata dalla pandemia’. Come? ‘Niente affitti milionari da pagare anche se la pandemia costringeva a tenere i negozi chiusi. Ma non basta: abbiamo sviluppato anche una forte piattaforma di vendita digitale con un team dedicato di almeno 50 persone. Risultato: oggi il 45% del nostro fatturato è fatto con l’e-commerce”. Un fatturato complessivo che, secondo quanto racconta D’Amario al quotidiano, si aggira intorno ai 200 milioni di euro.
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