Michelangelo Liuni, presidente di Fenapro, con un video pubblicato sui social fa il punto sulla situazione del selettivo dopo il Dpcm del 10 aprile 2020, che ribadisce – come già nelle precedenti delibere – l’apertura delle profumerie (per la precisione tutte le attività con codice ateco 4775). Sta al singolo stabilire le modalità di apertura nel rispetto di quanto affermato dal Dpcm dell’11 aprile ovvero della garanzia della distanza di sicurezza interpersonale di un metro, della dilazione degli ingressi e del divieto per la clientela di sostare all’interno dei locali per un tempo superiore a quello strettamente necessario all’acquisto. Per gli esercizi commerciali l’allegato 5 raccomanda inoltre la pulizia e igiene ambientale almeno due volte al giorno. Dal punto di vista pratico per poter aprire è necessario procedere alla sanificazione dei punti vendita contattando una società specializzata che rilasci apposita certificazione (è possibile comunicare l’avvenuta sanificazione anche sulle vetrine dei punti vendita con appositi cartelli). È necessario poi dotare il proprio personale di mascherine e guanti usa e getta. Secondo quanto sancito dal Decreto liquidità dello scorso 8 aprile, art. 30, “al fine di incentivare l’acquisto di attrezzature volte a evitare il contagio del virus Covid-19 nei luoghi di lavoro, il credito d’imposta di cui all’art. 64 del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, trova applicazione secondo le misure e nei limiti di spesa ivi previsti, anche per le spese sostenute nell’anno 2020 per l’acquisto di dispositivi di protezione individuale e di altri dispositivi di sicurezza atti a proteggere i lavoratori dall’esposizione accidentale ad agenti biologici e a garantire la distanza di sicurezza interpersonale”. Siamo in attesa di capire come quando sarà emanato il decreto ministeriale. “Un suggerimento è quello di prevedere all’interno del documento di valutazione del rischio dei punti vendita un addendum, ovvero un ulteriore allegato, con la descrizione delle misure prese per la prevenzione e protezione da Covid-19. È anche opportuno che il consiglio di amministrazione o l’amministratore unico redicano un verbale in cui si descrivono tutte le misure prese ai fini della prevenzione e protezione da Covid-19 del proprio personale, dell’utenza e dell’attività in toto” spiega Michelangelo Liuni.
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