Primor: “Vogliamo portare valore al mercato”. “Ci piace essere discreti relativamente ai dati, ma possiamo dire che il prossimo anno, tra tutti i Paesi in cui siamo presenti e le diverse piattaforme, realizzeremo un giro d’affari da un miliardo di euro, di cui oltre il 15% attraverso il web. Il tutto con 195 punti vendita, molti dei quali aperti nell’ultima parte del 2022”. Questi in sintesi i numeri di Primor, catena leader in Spagna, che è appena approdata sul mercato italiano e ha ambiziosi piani di sviluppo nel nostro Paese, come ci ha raccontato Juan Ricardo Hidalgo, ceo di Primor.
Primor è un’azienda 100% familiare. Quali sono i vantaggi di questo tipo di struttura? E quali i limiti?
Per quanto ci riguarda il fatto di essere una famiglia ha molti vantaggi, ma anche alcuni inconvenienti. Il vantaggio è che siamo molto veloci nel perseguire la nostra strategia, prendiamo le decisioni in modo rapido, il che è fondamentale in un business difficile come quello in cui operiamo. Ma il problema è che io sono figlio unico, mio padre è figlio unico e quindi la nostra famiglia è piccola.
Ha figli?
Sì, due figli, ma questo è un business molto complesso, è un tipo di vita e di lavoro dove la motivazione non è il denaro ma la passione…. è avere una missione e mettere la propria vita al suo servizio. I miei figli per ora stanno studiando, se un giorno vorranno entrare a lavorare in azienda sarà fantastico.
Quindi in futuro l‘azionariato potrebbe aprirsi a nuovi soci?
Ci siamo dati l’obiettivo di sviluppare il business al massimo nei prossimi nove anni, fino a raggiungere un giro d’affari da 3 miliardi di euro. Dopo inizieremo a pensarci. Intanto cresciamo e poi potremo anche pensare di quotarci in Borsa. Il vostro modello di business si contraddistingue per una strategia aggressiva in termini di prezzo secondo la mission “la bellezza deve essere alla portata di tutti”.
Tuttavia i tagli prezzo sono spesso osteggiati dall’industria cosmetica. In che modo avete raggiunto un equilibrio?
La Spagna è un mercato molto particolare. È l’unico mercato europeo in cui le imprese a conduzione familiare sono leader di mercato, a scapito delle multinazionali. In generale, le imprese familiari sono più competitive di quelle che non lo sono, non devono rendere conto a nessuno dei propri investimenti e delle proprie decisioni… sono molto più emotive. Non è quindi un caso che la Spagna sia il mercato più competitivo al mondo. Tuttavia, con il passare del tempo e con il diminuire progressivo dei player, anche nel nostro Paese i prezzi si stanno autoregolando alla ricerca di un punto di equilibrio. È necessario trovare, infatti, quel prezzo in grado tanto di garantire l’accessibilità alla clientela quanto di preservare il lusso associato al prodotto.
In che modo la vostra strategia di accessibilità si concilia con la volontà dei brand di esprimere sempre di più la propria identity anche in store con personalizzazioni e spazi dedicati?
Non sono incompatibili. Il nostro modello comprende molteplici categorie, è molto differenziato. All’interno del contesto della profumeria di lusso riteniamo giusto che i brand si possano esprimere al meglio, anche con spazi dedicati e personalizzati perché nessuno meglio del singolo brand può raccontare la propria visione e identità. (…)
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