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Capitale del Lago

Undici profumerie nel centro storico di Como, quasi 14 km percorsi, alla ricerca della migliore shopping experience e del punto vendita più attraente per gli acquisti

Quinto comune lombardo per numero di abitanti, Como è forse il più internazionale per vocazione, sicuramente il più glamour per frequentazione. Merito di un certo George Clooney che – non ancora per molto – ha scelto il Lario per trascorrere il suo tempo libero. E che si tratti di un territorio ricco di turismo internazionale è evidente anche entrando in profumeria dove si trovano prodotti e marchi difficilmente reperibili altrove, in verità abbiamo visto meno accessori di quanto ci saremmo aspet-tati ma l’alto tasso di gioiellerie e di negozi di bijoux nel centro storico rende forse questa parte dell’offerta meno interessante di quanto accada altrove. È il Duomo il fulcro attorno al quale ruotano le profumerie, più o meno vicine, più o meno centrali, da Fragrans e Coin che sorgono proprio accanto alla cattedrale, a Calcagni, che è la più defilata ma anche l’unica raggiungibile in auto in città. Una scelta differente è stata fatta da Douglas e Sephora, che hanno scelto di uscire dal centro optando per gli shopping center nelle immediate vicinanze di Como e, quindi, di fatto preferendo la clientela locale a quella turistica.

L’experience

Se è la competenza ciò che si cerca a Como non manca. La profumeria artistica più ricercata è di casa da Charme, dove il personale ci ha guidato alla scoperta di nuovi acco-stamenti e combinazioni inaspettate; mentre le fragranze del passato, i cosiddetti “fuori listino”, fanno bella mostra e sono a disposizione dei nostalgici presso la Profumeria Donnini, dove l’unica pecca è rappresentata dall’ambiente un po’ angusto e decisamente datato. Menzione d’onore, soprattutto per quanto riguarda il trattamento, a Piergalì, che propone quanto di meglio disponibile sul mercato e lo fa con estremo garbo ed eleganza. Bollicine Parfums ci ha stupito per la proposta di brand non presenti sul mercato italiano e i “pezzi unici”. Grande gentilezza da parte del personale de La Gardenia, un punto vendita che, pur dando ampio spazio all’offerta mass, non appare affatto cheap e per le addette di Fragrans che, pur non avendo acquistato, ci hanno offerto un campioncino e messo a nostro agio. Non abbiamo trovato altrettanta empatia da Acquarello e ci sono apparsi piuttosto freddi Beauty Star e Calcagni.

L’ambiente

Se dal punto di vista dell’assistenza alla vendita le profumerie tradizionali brillano per competenza e professionalità rispetto alle catene, lo stesso non si può dire per l’ambiente. In alcuni casi abbiamo trovato punti vendita decisamente datati, un po’ angusti, in altri poco accoglienti. Menzione d’onore a Piergalì, negozio pulito ed esteticamente molto gradevole, penalizzato forse dall’ingresso un po’ defilato, e anche a Charme, che è riuscita ad esporre una quantità notevole di prodotto senza l’effetto soffocante che a volte ne consegue, anzi valorizzando le diverse linee – alcune anche molto sofisticate – di alcolico. Anche la vetrina anni Settanta di Fragrans è espressione di grande personalità e non stona affatto accanto alla cattedrale comasca. Molto bello il Beauty Star, che si articola in più “stanze” ed è arricchito da decorazioni antiche alle pareti. Il punto vendita è stato aperto di recente e sconta un’esposizione ancora non completa, con general tester nuovi accostati ad altri meno recenti e non aggiornati in termini di visual e comunicazioni. Ben strutturato e luminoso anche il punto vendita de La Gardenia, nonostante il negozio sia lungo e stretto, con tutto ciò che ne consegue in termini di angoli bui e aree “morte”. Peccato per Marionnaud, dove gli scaffali un po’ sguarniti rovinano un’immagine di per sé ordinata e fresca; mentre è decisamente poco curato l’arredo di Coin: gli scaffali sono sporchi e spesso anche danneggiati, i general tester rovinati o macchiati, con l’effetto finale di rendere la proposta poco attrattiva e disincentivare dall’acquisto anche il consumatore più motivato.

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