I giovani sono curiosi e spesso entrano nei punti vendita per chiedere informazioni e vedere le ultime novità, non sempre concludendo la visita con un acquisto. Le ragioni di ciò sono molteplici. Da un lato le profumerie italiane non hanno una struttura e del personale in grado di agevolare il dialogo con i giovani. Difficilmente gli addetti alla vendita sono spronati a dedicarsi a questo target. E anche il servizio assistito può rappresentare un limite in quanto molti consumatori di questa fascia di età apprezzano il fatto di poter entrare e guardare l’offerta senza l’assillo di una persona che gli sta dietro. Inoltre la profumeria spesso ha un’immagine patinata. Al contrario, per comunicare che offriamo un buon rapporto tra qualità e prezzo potremmo fare leva sugli strumenti web, sui social network in particolare, e su tutti quei canali che i giovani frequentano in modo più assiduo, magari puntando su promozioni ad hoc per il target, su concorsi e iniziative di questo tipo. Parlare ai giovani è indispensabile alla profumeria, un canale il cui futuro è sempre più nebuloso. È importantissimo trovare un pubblico nuovo perché quello storico purtroppo diminuisce sempre più. Per questa ragione stiamo provando a realizzare delle iniziative in collaborazione con le aziende ma non tutte considerano la fascia di consumatori giovani, che spesso non hanno grandissima disponibilità economica, importante. La leva prezzo sicuramente gioca un ruolo importante, di conseguenza penso che le aziende dovrebbero creare prodotti qualitativamente buoni a un prezzo accessibile affinché siano in grado di attrarre i giovani e di creare quel passaparola positivo in grado di trasformare un prodotto in un bestseller e un’attività sul punto vendita in un evento. A questo proposito, penso che si dovrebbero creare iniziative differenziate per target di età. Le scuole make up vanno bene ma alcune dovrebbero essere indirizzate esclusivamente ai giovani, altre ai consumatori più maturi. Questo permetterebbe di evitare imbarazzi alla ragazza di 19 anni come alla signora di 60 e di parlare linguaggi differenti, più in linea con i partecipanti. È vero, probabilmente i giovani non comprerebbero tanto quanto le clienti più mature, ma è un discorso di semina e di creare l’abitudine a entrare in profumeria.
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