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Il profumo è cultura

Il profumiere Lorenzo Villoresi ci racconta il suo percorso creativo e culturale

Sempre di più negli ultimi anni il profumo da mero complemento della toilette quotidiana sta diventando creazione artistica e espressione culturale. Parliamo di questa tendenza con Lorenzo Villoresi creatore di fragranze, uno tra i più conosciuti nasi italiani.

Dietro a ogni profumo, dietro il processo creativo di una fragranza c’è sempre un’idea, una sensazione, l’esigenza di raccontare una storia. Partendo da questi presupposti i profumi, gli odori e le essenze sono tutti unisex in quanto se un profumo, un odore piace, allora nulla vieta di utilizzare un profumo cosiddetto femminile o maschile. È d’accordo?

A monte di tutto c’è un’idea e quest’idea è come una visione, un insieme di immagini accompagnate da emozioni e si può tradurre questa visione in una fragranza piuttosto che in musica o in una qualsiasi altra forma d’arte. Ma nell’ambito degli odori, soprattutto in Oriente o nei Paesi dell’area islamica l’utilizzo della fragranza è molto più slegato dal genere maschile o femminile. Ricordo che la prima volta che andai in Oriente nell’81, rimasi molto colpito da come gli uomini si cospargessero di violetta o rosa, essenze che per tradizione noi occidentali associamo al mondo femminile! Questi confini sono diventati con il tempo più sfumati anche per noi.

Quindi il cambiamento sociale in qualche modo ha anche portato a un cambiamento delle abitudini di utilizzo delle fragranze?

Direi di sì. Prima si cercava il proprio profumo e una volta trovato lo si utilizzava per tutta la vita. Generalmente una donna sceglieva la sua tra le fragranze che avevano al loro interno le grandi essenze floreali per eccellenza come il gelsomino, la rosa, l’ylang ylang, la tuberosa, la mimosa ecc. Oggi invece le note floreali non sono più dominio esclusivo delle fragranze femminili ma si usano anche per arrotondare, ingentilire, fare da contrappunto a note diverse come quelle legnose e questo vale per i profumi unisex ma anche per i maschili, quindi estremizzando si potrebbe quasi dire che oggi tutte le fragranze sono unisex per quanto riguarda le costituenti. Io stesso ho creato alcune fragranze che nella mia idea erano state pensate come assolutamente femminili salvo poi scoprire che invece venivano anche utilizzate da uomini. È però più vero il contrario perché capita molto più spesso che una donna scelga un profumo da uomo che non viceversa. Le donne sperimentano più degli uomini?Le racconto una cosa carina che ci è capitata. Nicole Kidman ha pubblicato sul suo website personale la foto di una nostra fragranza dichiarando che era una delle sue preferite. Sa qual era? Patchouli. Da un’eterea signora bionda non ci si aspetterebbe una scelta del genere, eppure… Ma se dovessimo generalizzare potremmo dire che è il campo femminile che si è allargato al massimo, includendo anche tipi di fragranze che una volta appartenevano all’ambito maschile come il sandalo, il patchouli, il vetiver.

Il profumo come fattore culturale?

Negli ultimi 90 anni da Chanel N°5 in poi si sono raffinate sia le tecniche di distillazione che di estrazione e la tavolozza degli ingredienti si è notevolmente allargata grazie anche all’introduzione di elementi di sintesi, quindi le possibilità che vengono date ai creatori di fragranze sono infinite. Questo per dire che non esistono alla fine ingredienti solo maschili o solo femminili, tutto dipende dalle proporzioni e dall’opportunità d’utilizzo.

Cosa ne pensa delle materie prime di origine sintetica?

Le faccio un esempio: il linalolo, che è il costituente principale dell’olio essenziale di lavanda, si può ottenere anche da altre piante meno costose della lavanda stessa, come per esempio lo shiou una pianta cinese, oppure per sintesi da materie meno costose. Quindi cosa significa sintesi? Non è che ciò si ottiene per sintesi viene dal cielo! Le sostanze di sintesi come questa sono utili per essere usate da sole senza il resto delle costituenti della lavanda, in composizioni diverse e lo stesso vale per tutte le altre.

Mi sta dicendo che non sempre ciò che si crede naturale lo è?

Dipende da cosa si intende per naturale. Nella “natura” c’è anche il petrolio. Se invece per naturale si intende ottenuto da una pianta o da una parte di pianta, che nasce, che vive e che muore, ecco che “naturale” assume un significato diverso. Ma ciò – come è già accaduto – può creare problemi alla “natura” come è nel caso del Sandalo, del Bois de Rose e dell’Agarwood (Oud) che sono piante ormai quasi a rischio di estinzione. Infine non sempre un profumo fatto solo con sostanze “naturali” è più buono di un altro: sarebbe troppo semplice. Spesso è vero il contrario. Quel che conta in questa forma di arte è l’effetto, l’emozione e il piacere che il profumo può dare a prescindere dal fatto che le costituenti siano di origine naturale o meno. Quando si guarda un dipinto non ci chiede che origine abbiano i colori coi quali è stato realizzato… Il naturale non va mitizzato così come il sintetico non va demonizzato. Le fragranze, i profumi, sono per il piacere, le emozioni e la bellezza.

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