Cosmetica Italia ha promosso in collaborazione con Avedisco e Univendita, le associazioni di rappresentanza delle aziende specializzate nel canale della vendita diretta a domicilio, un incontro dedicato alle dinamiche del canale. Considerato apparentemente maturo, in realtà con i suoi 540 milioni di euro di vendite e una crescita di quasi 3 punti percentuali nel 2014, questo segmento si attesta come la nuova forza distributiva di cosmetici negli anni a cavallo della crisi. “Siamo davanti – ha commentato Nadio Delai, presidente Ermenia – ad un anello virtuoso della filiera cosmetica, che porta a casa il segno “più” su un mercato interno che in realtà presenta nel 2014 molti segni “meno”. È grazie alla sua forza anticiclica che il canale ha attraversato, crescendo con costanza, gli anni della crisi. Alla base di tutto questo c’è una professionalità, consolidata ma che sa anche evolvere, propria delle aziende intervistate: esse sanno investire più di altri canali della cosmetica su un valore che il mercato ha saputo riconoscere, quello della fiducia. È quanto viene confermato dai dati analizzati dal Centro Studi di Cosmetica Italia che, per i consumatori fedeli al canale delle vendite dirette, evidenzia: la più alta fedeltà di spesa, sia relativamente ai valori che ai prezzi; la percentuale più alta nelle motivazioni di acquisto, legate alle novità di prodotto; uno degli indici di penetrazione più alti con un’età media concentrata nei cluster maturi e una domanda maschile inaspettatamente diffusa”. “Le caratteristiche della vendita a domicilio si sposano perfettamente con le esigenze della clientela dei prodotti cosmetici – ha affermato il presidente di Univendita Ciro Sinatra –. A fare la differenza, rispetto ad altri canali di vendita, è la possibilità di avere una dimostrazione personalizzata e di testare i prodotti. Non dimentichiamo che un grande elemento di forza della vendita a domicilio è proprio il contatto diretto con i clienti attraverso gli incaricati alla vendita: è grazie a questo rapporto privilegiato che le aziende associate hanno il polso dell’evoluzione degli atteggiamenti e dei comportamenti dei consumatori».
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