Un diploma di truccatrice conseguito nel 2002 alla BCM di Milano e dal 2006 in profumeria. Francesca Meroni è la responsabile della Profumeria Modus presso Fidenza Chic Outlet Village. Un’avventura che, nelle sue parole, non smette di essere appassionante giorno dopo giorno
Il suo ruolo o il consumatore: qual è cambiato di più?
Soprattutto è cambiato il consumatore e io mi sono dovuta adeguare di conseguenza. È cambiato l’approccio alla bellezza, non tanto per la crisi quanto per i passi da gigante fatti dalla chirurgia e dalla medicina estetica. Piuttosto che spendere 600 euro per una crema i cui effetti sono visibili nel tempo, molti preferiscono fare degli interventi da un medico estetico vedendo subito i risultati. Discorso diverso, invece, per il consumatore medio che prima magari comprava una crema ogni due mesi: adesso l’acquisto è effettuato ogni sei in conseguenza del momento economico difficile che molte famiglie si sono trovate ad affrontare. La signora che acquistava trattamento giorno, notte, siero, contorno occhi e crema per il collo ormai non esiste più. Come azienda però abbiamo un ottimo mix merceologico, con prodotti buoni e validi in ogni fascia di prezzo e questo ci permette di fidelizzare la clientela. Se prima riuscivamo a “spingere” l’acquisto di più prodotti ora la cliente apprezza chi ha un approccio più “etico”. Nel tentativo di decifrare questa nuova clientela abbiamo imparato ad ascoltare di più, il che non è un male.Qual è il vostro consumatore tipo?Per lo più turisti stranieri, poi famiglie perché all’outlet vengono genitori con figli, pochi i ragazzi sotto i diciott’anni perché il Fidenza Chic Outlet Village si raggiunge in automobile. Il turista straniero è molto cambiato rispetto al passato; di solito arriva già con la lista dei prodotti e i relativi prezzi che confronta con quelli che noi pratichiamo. In più si aspetta di trovare prezzi da outlet e quindi maggiori sconti, senza pensare però che il prodotto che noi vendiamo è di tipo continuativo. Cosa preferisce vendere?L’alcolico e poi il make-up, ma devo dire che ciascuna di noi è in qualche modo specializzata su un asse: c’è chi è più esperta nel soin, chi nel tricologico, tutte poi chiaramente vendiamo tutto, ma credo che sia anche bello seguire le inclinazioni di ciascuna.Fate corsi di formazione?Sì soprattutto qui in negozio, in modo che tutti possano frequentare e conoscere così le novità. In questo modo poi non lasciamo il negozio sguarnito, aspetto davvero importante per noi che siamo in un outlet e siamo aperti dalle 10 alle 20 e in alcuni giorni dalle 10 alle 23. Quali corsi reputa più interessanti e più utili alla vendita?Direi i corsi soin, perché per le fragranze è più semplice, il profumo ha una storia da raccontare e le schede prodotto sono sempre un valido aiuto, mentre per il trattamento è molto importante avere argomentazioni specifiche. Per quanto riguarda il trucco a noi piace moltissimo sperimentare!Organizzate eventi speciali pur essendo in un outlet?Si abbiamo le classiche settimane beauty, anche se la peculiarità dell’outlet rende difficile avere una clientela fidelizzata. Gli inviti alle settimane sono realizzati o attraverso i media dell’outlet oppure tramite la carta fedeltà di Modus. Una delle problematiche di questa location è che nell’organizzazione delle iniziative non possiamo rapportarci solo con la proprietà del punto vendita ma anche con la direzione dell’outlet stesso: occorrono sinergia e gioco di squadra. Ogni 15 giorni l’outlet organizza attività destinate alla clientela, magari anche solo vetrinistiche: in genere cambiamo vetrine ogni settimana in modo autonomo o coordinato con le attività definite dall’Outlet. In questi giorni, per esempio, tutta la struttura ha sviluppato il tema floreale.Ma ve ne occupate direttamente?Sì di solito si, anche perché dobbiamo avere una certa velocità nell’adeguarci ai vari temi. Ma a Natale oppure in altri momenti dell’anno le grandi aziende vengono ad allestirci la vetrina.Quali sono gli eventi che hanno più successo?Prima di lavorare in un outlet avrei risposto le settimane, trucco, ma qui da noi le clienti arrivano quasi sempre già truccate e quindi sono difficili da coinvolgere con il make up. L’attività di maggior richiamo è la settimana che prevede la beauty con però anche un background di trucco, in questo modo si riesce a coinvolgere la consumatrice a 360 gradi. Tuttavia il successo è inferiore a qualche anno fa e infatti non ne facciamo più così tante. Tutte le profumerie hanno le stesse settimane: forse è tempo di cambiare. Ci vorrebbe qualcosa di più innovativo, un nuovo format, ma purtroppo l’industria non ha ancora trovato la giusta innovazione. Bisognerebbe saper cogliere i trend al volo, per esempio quando le unghie e la nail art hanno cominciato ad avere così successo si sarebbero potuti pensare nuovi tipi di servizi alla cliente. E le scuole trucco?Vanno un po’ di più, è vero, ma ormai le consumatrici, soprattutto le più giovani ma non solo loro, vanno su Internet e guardano i tutorial, magari poi fanno disastri a cui dobbiamo rimediare ma non è certo più la profumeria il luogo dove si fa pratica di trucco. Tuttavia questo ci da sempre spunti in più per fare bene il nostro lavoro e per lavorare in allegria perché qui da noi, sarà che siamo emiliane, si ride e si sta allegre e ci sono clienti che vengono apposta per passare con noi del tempo.Gli italiani si sono allontanati dalla profumeria, cos’è che può farli tornare?Bella domanda! La concorrenza dei casa toilette è determinante, prima c’erano solo i supermercati adesso i prodotti cosmetici si possono trovare in moltissimi canali diversi, il problema non è il prezzo che il più delle volte è lo stesso, credo che le aziende dovrebbero selezionare maggiormente i canali di vendita: quello che c’è in profumeria dovrebbe esistere solo lì. Inoltre penso che si debba fidelizzare il cliente prima di tutto con il personale, perché siamo noi commesse che facciamo ogni giorno la differenza: con il servizio!
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