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Perché tutte le donne valgono. Lo dice L’Oréal Paris

Fino al 15 ottobre acquistando un prodotto del marchio da Limoni o La Gardenia si sostiene Vie d’Uscita, il progetto di Save the Children a favore delle vittime di tratta

La vita di ogni donna merita di essere bella. Eppure in Italia sono ancora migliaia i minori e le minori vittime di tratta oppure di sfruttamento che al femminile vuol dire soprattutto sfruttamento a scopo sessuale. Un esercito di invisibili del quale solo pochi e poche sono identificati formalmente e protetti. Proprio per dare un futuro a queste ragazze Save the Children ha ideato il progetto Vie d’Uscita, lanciato nel marzo del 2013 in collaborazione con Profumerie La Gardenia e Limoni e implementato sul territorio con la cooperazione di partner locali, come l’associazione On the Road. Un progetto al quale oggi aderisce anche L’Oréal Paris. Fino al 15 ottobre parte del ricavato della vendita di un prodotto del marchio in una profumeria Limoni o La Gardenia sarà infatti devoluto a Vie d’Uscita. Perché tutte le donne valgono.

I numeri del fenomeno

Nel 2010 l’Italia si segnalava tra i Paesi europei con il record negativo di 2.400 vittime di tratta. Guardando al solo ambito del lavoro, secondo la ricerca Game Over pubblicata nel 2014 da Save the Children e Associazione Bruno Trentin, si segnalano ben 28.000 i minori tra i 14 e i 15 anni (sia italiani che stranieri) coinvolti in attività definibili a rischio di sfruttamento, svolte in contesti familiari (43%) o, se esterni, principalmente nei settori della ristorazione (43%), dell’artigianato (20%) e del lavoro in campagna (20%)2. A destare particolare preoccupazione, poi, come evidenziato nel dossier, è il numero sempre crescente di minori stranieri non accompagnati in arrivo in Italia via mare in fuga da guerre, dittature militari, persecuzioni o povertà, condizioni di vita estreme senza una possibilità di futuro. Dal 1 gennaio 2014 al 18 settembre 2014 complessivamente sono arrivati circa 21.300 minori di cui circa 10.850 non accompagnati. Si tratta in buona parte dei minori resi “invisibili”, e perciò più vulnerabili, dalla necessità di non essere identificati dalle Autorità per non rischiare, una volta raggiunta la destinazione finale, soprattutto i paesi del nord Europa, il rinvio in Italia come primo paese di ingresso nell’Ue. Inoltre, la necessità di reperire i soldi necessari per proseguire il viaggio li espone ulteriormente al rischio di sfruttamento.

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