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Profumo d’arte

A New York si è tenuto il primo percorso espositivo che riconosce alle creazioni profumate la dignità di vere e proprie opere d’arte

The Art of Scent, L’Arte del Profumo, è la prima mostra allestita in un museo dedicata all’esplorazione del processo creativo che sta alla base di ciascun profumo passando attraverso la scoperta di 12 fragranze paradigmatiche selezionate tra quelle che hanno fatto la storia della profumeria dal 1889 a oggi. Questa esibizione unica nel suo genere è stata inaugurata alla fine di novembre al MAD (Museum of Arts and Design) di New York con un curatore d’eccezione Chandler Burr, critico di fragranze per il New York Times e scrittore di diversi saggi sull’argomento arte e profumo. The Art of Scent esplora la progressione dell’arte olfattoria, mettendone in risalto non solo i contenuti tecnici ma anche i fattori culturali, sociali e artistici che influenzano i creatori di fragranze e il loro lavoro. Dagli albori della profumeria industriale alla fine del diciannovesimo secolo, quando l’introduzione di molecole sintetiche liberò la creatività dei nasi dando loro la possibilità d’esplorare territori sconosciuti, fino ai giorni nostri. Ad aprire l’esposizione è Jicky, creato da Aimè Guerlain nel 1889, prima fragranza in assoluto a utilizzare note sintetiche, passando per Chanel N° 5 (1921) con le sue aldeidi e Interdit (1957) altro fiorito immaginario. Interessante anche l’approfondimento sulle fragranze americane, concettualmente diverse da quelle europee: troviamo Aromatics Elixir (1971), primo grande best seller totalmente made in Usa, e Pleasures (1995), all’avanguardia per i metodi estrattivi molecolari.

Passando per le sale dell’esibizione sembra di trovare uno dopo l’altro tanti vecchi amici.

Ecco L’Eau d’Issey (1992), Angel (1992), Light Blue (2001), Prada Amber (2003). Ma non è solo la profumeria main stream a essere rappresentata, grande attenzione è posta nel presentare fragranze più concettuali, forse un po’ lontane dai circuiti commerciali, ma che più si avvicinano al concetto di profumeria come forma d’arte e qui troviamo Jean Claude Ellena con il suo Osmanthe Junnan e Daniela Andrier con Untitled. Il vistatore può apprezzare ciascuna fragranza in maniera individuale, concentrandosi solo sul suo contenuto olfattivo senza la presenza di indicazioni visive, o materiale pubblicitario o visual di qualsiasi sorta. Questo grazie alle installazioni create dallo studio Didier Scofidio + Refro che presentano le fragranze attraverso una “scent machine” che nebulizza l’essenza senza l’uso dell’alcool rendendo l’esperienza della fragranza assolutamente unica.

Riconoscendo l’importanza dell’esperienza e della scelta dei profumi come fatto sociale, l’esposizione culmina in uno spazio dove i visitatori possono conversare e confrontarsi sulla diverse percezioni, nonché lasciare impressioni e commenti sulle fragranze sperimentate nella mostra. “In un tipico percorso museale d’arte moderna e di design, il visitatore segue il percorso espositivo attraverso la visione di una serie di lavori iconici. Il mio obiettivo è che qui al MAD i visitatori possano esplorare l’evoluzione estetica e l’innovazione creativa attraverso una serie di lavori scoperti con il senso dell’olfatto”. Questo è il fil rouge del progetto espositivo secondo il curatore Chandler Burr. Questa esibizione è stata resa altresì possibile grazie alle principali case profumiere che hanno accettato di condividere con un pubblico di non addetti ai lavori alcuni dei loro più grandi successi. A completare la mostra una serie di approfondimenti e incontri con alcuni esponenti dell’industria e delle case essenziere.

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