Che sia prestato da vendeuse, addette alla vendita o commesse, che lo offra il titolare di uno o più punti vendita o un dipendente, ciò che distingue realmente la profumeria dai canali concorrenti è il servizio. E il presupposto per assicurare cliente dopo cliente un’assistenza alla vendita di qualità è, oltre all’esperienza e alla conoscenza dei propri interlocutori che le persone hanno maturato nel corso del tempo, la formazione. Ecco perché le case cosme-tiche investono ingenti risorse nella realizzazione di corsi di formazione presso la propria sede o itineranti nelle principali città italiane. Della durata di poche ore o di più giorni, organizzati in location prestigiose piuttosto che in sale conferenze, queste sessioni formative sono aperte a tutti gli addetti alla vendita della profumeria e si propongono di fornire le nozioni necessarie ad accrescere il sell out. Ma sono realmente efficaci? Lo abbiamo chiesto alle profumerie.
L’OPINIONE DEL CANALE SELETTIVO
I corsi offerti dalle case cosmetiche spaziano da nozioni sulla storia e i valori dei singoli brand, alla presentazione delle novità di prodotto fino a informazioni sulla struttura della pelle e approfondimenti sulle tecniche di vendita. Il tutto condensato in poche giornate, talvolta in poche ore. Ore che le vendeuse sottraggono alla vendita. Se infatti per le case cosmetiche i costi della formazione comprendono la spesa per il formatore, per lo spazio e per i materiali informativi, per i retailer sono più difficilmente quantificabili, in quanto i profumieri devono spostare il proprio personale da un negozio all’altro per fare il modo che le persone possano frequentare i corsi formativi e lo standard di servizio offerto alla clientela non sia danneggiato dalla mancanza di personale. “Sicuramente i corsi aiutano gli addetti a conoscere i prodotti dell’azienda che li organizza” spiega Michele D’Ettorre, patron di Estasi Profumerie “ma sono senza dubbio un considerevole investimento per la distribuzione, che nella quasi totalità dei casi deve accollarsi i relativi oneri, senza tra l’altro avere la certezza del ritorno dell’investimento”.
Qual è quindi l’utilità di questi momenti formativi?
“I corsi di formazione sono utili perché spesso, nella profumeria in generale, il livello di preparazione degli addetti alla vendita è così basso che sono l’unica occasione per creare professionalità” afferma Alberto Anselmi, responsabile marketing e Hr di Desirée Milano. “I corsi più efficaci sono quelli che non parlano solo dei prodotti della casa cosmetica che li organizza, ma forniscono anche nozioni sulla struttura e sulla fisiologia della pelle, informazioni ‘neutrali’ che le persone possono assorbire e calare sulle diverse marche, che insegnano modalità contemporanee poco stereotipate di approccio al cliente e aiutano a capire che tipo di prodotto proporre in funzione delle esigenze della persona che ci si trova davanti”. “I corsi sono sempre molto utili” sintetizza Maurizio Sabbioni, direttore generale di Profumerie Sabbioni e presidente di Ethos Profumerie. “Le formatrici sono di alto livello, molto preparate e il più delle volte capaci di trasmettere con facilità anche i concetti più tecnici e complessi legati ai principi attivi di creme e prodotti. Le più brave appassionano e coinvolgono le partecipanti fin da subito, creano un clima collaborativo e spesso concludono con una sorta di gioco/verifica che vede impegnate le partecipanti stesse per capire se le nozioni e i concetti più importanti sono stati assimilati”. “Credo che le case cosmetiche che offrono corsi di formazioni di più alto livello e utili alla vendita siano Chanel e Dior” spiega Ivana Bigi, responsabile negozi e formazione di Rossi Profumi. “Per ogni asse organizzano vari step, proporzionati al grado di preparazione delle persone che vi partecipano, da quelli base agli specialistici. Il merito maggiore che hanno è di dare nuove chiavi di lettura del prodotto e delle situazioni che si posso creare, per questo motivo permettono di tornare alla vendita più motivati. Anche Estée Lauder sta facendo un corso molto interessante che si chiama Servizi Firmati che ci permette di entrare più in contatto con le clienti”.
Non tutti sono concordi, però, sulle modalità di organizzazione delle sessioni formative.
“I corsi prevedono spesso troppi partecipanti e sono troppo generici, focalizzati sulla novità e non sui prodotti star” dichiara Stefano Biagi, direttore generale di Gruppo Muzio. “Non sto parlando dei corsi tenuti presso la sede della case cosmetiche, che sono spesso utili ma difficilmente accessibili essendo organizzati a Milano e avendo noi 120 dipendenti, ma di quelli itineranti, spesso organizzati il lunedì mattina o la sera, dopo il lavoro, cioè nel tempo libero della nostre addette alla vendita”.
LE AREE DI MIGLIORAMENTO
Come è possibile migliorare questi momenti formativi?
Anche per questo motivo c’è chi, di recente, ha fatto scelte più radicali, come quelle di Gruppo Muzio e di Estasi Profumerie.
“Noi abbiamo stravolto il concetto della formazione istituzionale offerta dalle aziende” spiega Stefano Biagi di Gruppo Muzio. “Abbiamo, infatti, assunto una persona che si occupa nello specifico del training degli addetti alla vendita e che per prima segue i corsi delle diverse case, si interfaccia con i loro formatori e de finisce il tipo di argomenti che dovranno essere oggetto di approfondimento nei corsi cui parteciperanno tutte le nostre vendeuse. Una volta definiti gli argomenti siamo noi che proponiamo una data di realizza-zione della sessione in esclusiva per noi. Le lezioni si tengono in un club vicino alla nostra sede dal martedì al venerdì dalle 9,30 alle 17,00 – evitando il lunedì mattina e le serate – per cui le vendeuse invece di andare in negozio vanno a scuola a imparare. Il numero di partecipanti è di massimo 12 persone in modo tale da incentivare lo scambio di idee e il confronto.
Abbiamo già pianificato tutto il calendario formativo del 2012 coinvolgendo le aziende e i brand che più ci interessano, chiedendo loro di parlare dei loro prodotti star, facendoli vedere e toccare alle addette alla vendita, che spesso conoscono solo la confezione e non il flacone vero e proprio. In particolare, quest’anno faremo dei corsi sofisticati sul profumo con Chanel e Dior e dedicheremo delle giornate al tricologico, un segmento nel quale la pro-fumeria ha via via perso quote di mercato. Lo scorso anno abbiamo realizzato un approfondimento sulle fragranze con Maria Grazia Fornasier della società di consulenza Mouillettes & Co., mentre quest’anno ci focalizzeremo sulle tecniche di vendita con dei professionisti esterni. Questo nuovo approccio sta funzio-nando e sta producendo già dei risultati e anche le aziende ci hanno dato una risposta positiva, mentre resta un argomento di attrito il ruolo delle beuty assistant che le case inviano sui punti vendita: riteniamo che le nostre vendeuse siano delle professioniste e fare venire una persona dell’azienda presentandola come ‘la professionista’ sminuisce il lavoro delle nostre addette. Per questo stiamo cercando di ridurre le giornate con le beauty a vantaggio di altre iniziative, come l’invio di materiali per il punto vendita o gli eventi, magari con cabina e visagista abbinati”. Anche Estasi Profumeria propone una diversa organizzazione delle sessioni formative, come spiega Michele D’Ettorre: “Credo che i corsi che le aziende tengono presso le proprie sedi, o comunque mettendo insieme più insegne, possano essere sostituiti egregiamente da corsi mirati al personale di ogni punto vendita, all’interno dello stesso, unendo quella che è la fase teorica, alla pratica sul campo. Pratichiamo ormai da sempre la formazione in store, in affi ancamento a collaboratori esperti, che oltre ad aver acquisito nozioni speci che, che vanno dall’approccio al consumatore alle tecniche di vendita, e a un’approfondita formazione tecnica nella cosmesi, vivono costantemente il punto vendita e tutte le problematiche che lo riguardano. Fondamentale è la scelta delle persone da destinare alla profumeria, che devono mostrare passione verso il lavoro che si apprestano a fare, altrimenti siamo inevitabilmente perdenti e qualunque formazione risulta poco utile e dannosa per il bilancio aziendale. Data questa premessa e superate le iniziali titubanze, in considerazione dei risultati più che positivi dei test messi in atto, le aziende cosmetiche pian piano stanno acconsentendo a realizzare appunto dei momenti di formazione esclusiva nel punto vendita. Per il prossimo anno potrebbe esserci poi un’ulteriore novità, legata alla ricerca di una professionalità speci ca a cui sarà af data una parte della formazione, ma questo è un progetto abbastanza articolato, che si inserisce in una iniziativa di cui ritengo ancora prematuro svelare le diverse sfaccettature”.
© RIPRODUZIONE RISERVATAIn caso di citazione si prega di citare e linkare beautybiz.it