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Sole: protezione e sicurezza

Olivier Doucet, vice presidente ricerca e sviluppo di Lancaster, racconta i progressi scientifici e tecnologici dietro le nuove linee solari

“Andate sì al sole, ma proteggetevi e proteggete i vostri bambini!”. Questo l’invito, o meglio la preghiera che il dottor Olivier Doucet, vice presidente ricerca e sviluppo dei Laboratori Lancaster, rivolge a chi, con l’arrivo della bella stagione, non vede l’ora di mettersi al sole. Abbiamo incontrato il dottor Doucet in occasione della presentazione della nuova linea di protezione solare pensata e sviluppata esclusivamente per i bambini e della riformulazione della linea sportiva che si avvale dell’esclusiva tecnologia Lancaster Wet Skin Application.

Incorporare un filtro efficace in una texture che sia leggera, facile da applicare e piacevole da utilizzare rappresenta sempre una grande sfida a livello di formulazione: come ci siete riusciti?

È un segreto! Dietro a tutto questo ci sono 40 anni d’esperienza; innumerevoli tentativi e migliaia di prove, che ci hanno portato al risultato finale. L’obiettivo è quello di avere una protezione elevata in un prodotto che sia anche leggero, piacevole da mettere e trasparente. Perché è facile mettere tanti filtri uno sopra l’altro ma poi la formula in termini di leggerezza ne risente, con un filtro troppo basso invece è necessario mettere tante volte la crema perché la capacità di proteggere è ridotta. Questo è il nostro binomio vincente: piacevolezza della formula e capacità protettiva. Un altro nostro plus è che nei nostri laboratori abbiamo messo a punto una strumentazione particolare che ci permette di analizzare la distribuzione del prodotto sulla pelle.

A cosa serve?

Quando si applica un solare sulla pelle questo non viene distribuito in maniera omogenea, ma a occhio nudo non è possibile accorgersene, invece grazie a queste strumentazioni specifiche possiamo misurare questa distribuzione e misurare anche lo spessore della protezione che abbiamo messo sia in termini di micrometri che di nanometri. È molto importante la flessibilità della formulazione perché la pelle non è piatta come un foglio, ma ha delle ondulazioni quindi è fondamentale che la crema segua i rilievi della pelle.

Mentre i danni dei raggi Uva e Uvb sono noti già da tempo, quelli provocati dagli infrarossi, che pure rappresentano la maggior parte dello spettro solare sono studiati solo da pochi anni. Come mai solo ora si comincia a parlare dei danni che provocano?

Gli studi sui raggi solari sono iniziati negli anni 50’ e per circa 30 anni si sono focalizzati solo sugli Uvb pur rappresentando essi meno dell’1% dello spettro solare, certo sono pericolosissimi ma si andava a ignorare il restante 99%. Dopo 30 anni circa si è iniziato a riflettere anche sulla pericolosità degli Uva e ora siamo a una conoscenza tale degli Uva e degli Uvb che stiamo riflettendo anche sulla pericolosità degli altri componenti dei raggi del sole cioè gli infrarossi, che rappresentano circa il 50% dello spettro solare, che è vero, sono sono meno energetici ma possono creare danni a livello cellulare. Non ci si aspettava fino a pochi anni fa che avessero tanta parte nella creazione dei radicali liberi, anche perché non c’erano ancora le tecnologie per appurarlo. Gli infrarossi, infatti, vanno ad aumentare la temperatura all’interno della cellula e questo provoca la formazione di radicali liberi. Finora i solari proteggevano da Uva e Uvb e non dagli infrarossi, adesso sì!

La Wet Skin Application è una reale innovazione nel campo dei solari: una protezione che si spruzza sulla pelle bagnata, senza lasciare traccia e che resiste all’acqua e alla traspirazione. Qual è il segreto di questa formula?

Abbiamo analizzato le creme tradizionali andando a isolare quei componenti responsabili dell’effetto biancastro sulla pelle, che è decisamente poco estetico, e abbiamo creato una nuova formulazione priva di quei componenti, inoltre abbiamo tolto anche quegli ingredienti che causavano una riemulsificazione del prodotto con il sudore della pelle che in una certa misura concorrevano alla scia biancastra. Questa nuova formulazione però non è ancora applicabile a tutta la gamma dei protettivi solari, per ora abbiamo iniziato con tre referenze e poi la estenderemo a tutta la linea.

Parte consistente del mercato dei solari è rivolto all’infanzia e considerando che i bambini sono in genere consumatori “refrattari”, in che modo avete scelto di rivolgervi a questo target?

Ritengo che sia assolutamente logico che Lancaster leader nel settore dei solari offra ai suoi consumatori abituali un prodotto specificatamente rivolto ai bambini, per due motivi: primo perché i bambini necessitano di maggior protezione degli adulti, secondo perché la maggior parte dei prodotti ideati per bambini non sono poi così attraenti per loro. Questo prodotto invece, è stato pensato a 360° per i bambini a partire dalla formulazione, alla texture fino alla fragranza. Proponiamo due prodotti: il mist invisibile e fresco, facile da applicare perché spray e poi la crema, molto morbida e profumata ma altrettanto facile da spalmare. È una grande sfida quella che abbiamo voluto raccogliere perché essendo i bambini così esposti e indifesi possono andare incontro più facilmente a danni seri. Questo era un territorio ancora inesplorato per noi e quindi ci sembrava giusto farlo.

Pensa che culturalmente stia finalmente passando il messaggio che il sole va preso con “cautela”?

C’è ancora molto da fare. Credo che negli ultimi tempi molto sia stato fatto, negli anni 70 pensavamo che mettersi al sole per tutta la giornata non causasse alcun danno collaterale, tuttavia, malgrado una maggior consapevolezza l’incidenza del melanoma sta crescendo in tutto il mondo. Se andiamo a vedere le nostre spiagge sembra che la situazione non sia poi così cambiata dagli anni 70. Vediamo genitori che proteggono male se stessi e di conseguenza commettono errori anche con la protezione dei figli, genitori sotto l’ombrellone e figli che passano la giornata giocando al sole… C’è davvero ancora molto da fare. Le persone però amano essere abbronzate, l’abbronzatura è sinonimo di momenti piacevoli ecco quindi quello che sostiene Lancaster, che ha da sempre studiato l’abbronzatura, è che non serve a niente dire: “non andate al sole”, nessuno accetterebbe una cosa del genere, il nostro messaggio diventa: “andate sì al sole, ma proteggetevi”!

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