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Tentazione Oriente

La categoria degli orientali è tra le famiglie olfattive più celebrate della profumeria per complessità e ricchezza. Dai primi del '900 a oggi, attraversando momenti ed epoche diverse, questa tipologia di fragranze non ha mai perso il suo appeal e la sua capacità di sedurre

Perché l’Oriente ci affascina così tanto? Nonostante le telecomunicazioni, la facilità con cui ci si può spostare da un capo all’altro del mondo, la globalizzazione che ha reso le grandi città europee così simili alle città asiatiche, ancora oggi, per noi occidentali, il solo termine Oriente è in grado di evocare magia, sogno, evasione. Più che un luogo reale, questo termine rappresenta uno stato mentale, un luogo dell’intelletto e le fragranze cosiddette orientali evocano un mondo che esiste soltanto come definizione culturale dell’occidente razionale e materialista che cerca di sfuggire alle leggi della ragione tuffandosi in un mondo di sogno. Negli anni venti all’epoca della nascita di Shalimar, l’elite parigina raffinata e cosmopolita ballava il Charleston cercando di dimenticare la Prima Guerra Mondiale e le sue trincee che avevano decimato una generazione. Ma nonostante tutto c’era ottimismo. I grandi translatlantici avevano reso i viaggi più veloci e comodi, era l’epoca dell’Orient Express, l’invenzione della radio apriva orizzonti sconosciuti e nuove scoperte della medicina facevano sperare per il meglio. La società dell’epoca cercava una possibilità d’evasione, un modo per sfuggire almeno con il pensiero al quotidiano: la moda dell’esotismo rispondeva a questa esigenza. Proprio in quegli anni l’Esposizione Internazionale di Arti Decorative di Parigi aveva portato l’oriente e la sua cultura artistica nel cuore dell’Europa influenzandone l’arredamento, la moda, la gioielleria e la nascente industria della profumeria.

L’INIZIO

A Jacques Guerlain, giovane rampollo di una nota famiglia di profumieri, venne l’idea di creare una fragranza che riassumesse quel mondo e l’incontro con un mahraja ne segnò il destino. Questi gli parlò della leggendaria storia d’amore tra l’imperatore dei moghul Shah Jahan e la sua sposa Muntaz Mahal e di come il loro amore dopo l’improvvisa scomparsa di lei, fosse stato reso immortale dalla costruzione del Taj Mahal ai bordi delle cascate dei giardini di Shalimar (dimora dell’amore in sanscrito). La leggenda narrava anche che un giorno l’imperatore avesse creato personalmente una fragranza da donare alla sua sposa durante una passeggiata in quei giardini densi di profumi. Bastò questo a scatenare la creatività di Jacques che portò alla nascita della prima fragranza orientale, quella paradigmatica, Shalimar: era il 1925.

Un’altra leggenda vuole che il tocco finale a Shalimar fu l’aggiunta di una dosa generosa di ethylvanillina, un derivato sintetico della vaniglia, dagli accenti lattei e cremosi. A tal proposito Ernst Beaux, creatore di Chanel N°5, disse un giorno: “ Se io avessi messo tutta quella vaniglia avrei ottenuto una crema pasticcera non un profumo, ma Jacques Guerlain ha creato Shalimar”.

LA COMPOSIZIONE E LE MATERIE PRIME

La letteratura classica sulle composizioni olfattive definisce orientali quelle fragranze che contengono al loro interno un blend di resine: labdano, starace, balsamo del Perù, opoponaco, incenso e mirra, un mix di spezie, zafferano, noce moscata, fava tonka, chiodi di garofano; fiori opulenti: gardenia, tuberosa, frangipani champaca; vaniglia e muschio e che in genere hanno accordi di testa costituiti da note esperidate, o al più, verdi. Ma la creatività, per quanto riguarda la profumeria, non ha limiti e l’accordo orientale si è via via espresso in una molteplicità di declinazioni, in cui agli elementi classici se ne aggiungevano altri in una continua evoluzione. E così negli orientali boisé si affiancano alle spezie anche le note legnose del sandalo di Mysore e del patchouli indonesiano, i florientali portano al parossismo le note fiorite e, tendenza degli ultimi anni, negli orientali gourmand al cotè speziato fanno da contrappunto note di mandorla, amaretto, cioccolato e guimave.

IL FASCINO DELL’ORIENTE

Una delle peculiarità delle fragranze orientali è l’utilizzo di materie prime smaccatamente esotiche che subito evocano nel pensiero di chi le sente la Via delle Spezie o i Gran Bazar mediorientali. Altra tendenza decisamente evocativa che con il tempo è andata solidificandosi, è quella riguardo il nome che cerca di essere il più suadente possibile: come non pensare a Opium, Obsession, Heliotrope, Hypnotic Poison, tutte fragranze che già solo nel nome rimandano a frutti proibiti e delizie, evocanti un’idea, un luogo elettivo, una sensazione, piuttosto che un posto reale. Anche la fragranza più italiana di tutte, Venezia di Laura Biagiotti è una celebrazione di quella che per secoli è stata la porta d’Oriente europea. La famiglia degli orientali ha la sua massima stagionalità nei mesi invernali, quando l’aria fredda, il cielo uggioso e le giornate povere di luce sembrano quasi chiedere il conforto, il rassicurante abbraccio, l’avvolgente tepore di una fragranza calda e corroborante, evocativa di un luogo proibito ed esotico in cui la vita scorre più lenta, il tempo non è tiranno e l’aria è densa di profumi. Ogni marchio di profumeria, ogni naso, prima o poi, nel corso degli anni si sono cimentati nella creazione di un profumo orientale degno di tale nome confermando il grande successo che queste fragranze hanno presso grande pubblico, tant’è che alcune di queste creazioni hanno ancora numerosi estimatori nonostante non siano poi così “recenti”.

L’Oriente, pensato, immaginato, vissuto o solo sognato non smette di esercitare il suo fascino.

Ecco alcune tra le più rappresentative fragranze orientali

ALIEN

AROMATICS ELIXIR

BOUCHERON

COCO’

HELIOTROPE

HYPNOTIC POISON

KENZO AMOUR

MUST DE CARTIER

OBSESSION

OMBRE MERCURE

OPIUM

PRADA AMBER

SHALIMAR

TOM FORD WHITE PATCHOULI

VENEZIA

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