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Turisti, una risorsa?

L'Italia è tra le mete turistiche preferite dai turisti stranieri, ma in che modo questo impatta sul canale selettivo? Che tipo di acquisti effettuano e come sono cambiati nel corso del tempo?

Roma, Venezia, Milano, Firenze e Bologna sono le prime cinque città italiane visitate da viaggiatori stranieri nel 2013. Lo rileva l’Hotel Price Index di Hotels.com. Ma non solo, a livello europeo Roma è più attrattiva di Berlino, mentre Venezia e Milano hanno un maggiore appeal di Madrid, secondo una ricerca condotta dall’Istituto Europa Asia sulle città europee di maggiore interesse in termini di immagine all’estero. “Non c’è da stupirsi che Roma e Venezia svettino a livello nazionale” commenta Achille Colombo Clerici, presidente dell’Istituto Europa Asia, che prosegue: “Nel far immagine per le città entrano in gioco, non solo l’efficienza e la funzionalità, la capacità di accogliere e l’offerta sociale in generale, ma anche la storia, il patrimonio di beni culturali, materiali ed immateriali, le bellezze paesaggistiche e l’offerta turistica. Per questo le città italiane, nel complesso, meriterebbero, nel confronto internazionale, una migliore classifica”. Non è un caso che l’Italia sia stato nel 2012 il quinto Paese al mondo – dopo Francia, Stati Uniti, Cina e Spagna – per numero di arrivi di turisti internazionali con 46,4 milioni di persone e il sesto – dopo Stati Uniti, Spagna, Francia, Cina e Macao – per fatturato generato dai turisti, pari a 41,2 miliardi di dollari (fonte: World Tourism Organization, Unwto). In particolare, se ci focalizziamo sul turismo cinese, che nel 2013 ha interessato complessivamente 90 milioni di persone, l’Italia è al sesto posto tra le top ten delle destinazioni mondiali, mentre l’anno precedente non figurava in classifica. È ancora l’Istituto Europa Asia che lo sancisce e che sottolinea: “A differenza del turista europeo, e in particolare italiano, che all’estero dedica poco tempo e spesa allo shopping, il turista asiatico acquista parecchio. Logiche le spiegazioni: in Europa, in primis in Italia, si producono le cose più belle del mondo, difficile trovarle in altri Paesi; in Asia i prodotti italiani rappresentano uno status symbol e sono molto più costosi che da noi. Si calcola che la spesa dei turisti cinesi all’estero sia in media di 5.400 euro, il 47% di questo budget è speso direttamente in shopping. E secondo la ricerca FT China Confidential, aumenterà del 34%. I marchi preferiti sono quelli di alta gamma – borse, scarpe, vestiti, gioielli – che in Italia si trovano autentici e non contraffatti. (…) I cinesi che passano per Milano consumano in città il 41% del loro budget italiano, il 24% solo nei negozi di via Montenapoleone, a ruota seguono gli store in Galleria e in Via Spiga”. Dati incoraggianti e che sono destinati ad aumentare per effetto degli afflussi di stranieri attesi per Expo 2015. A proposito di capacità di spesa, secondo quanto è emerso da una ricerca condotta dal Ciset e dall’Università Ca’ Foscari Venezia per conto di Confturismo- Confcommercio, nel 2012 il turista internazionale che abbia deciso di trascorre le proprie vacanze in Italia ha speso in media 1.054 euro per il soggiorno, cui si sono aggiunti altri 388 euro di spese extra, principalmente appannaggio della ristorazione (42%), dello shopping (40%), dei trasferimenti locali (7%). Quanto di questa cifra spetta alla profumeria? Che tipo di prodotti acquista il turista straniero nei punti vendita italiani? Lo abbiamo chiesto ad alcune profumerie che sorgono nei centri storici di grandi città d’arte e ad alto tasso di turismo.

Più informato e attento!

Non sprovveduto ma neppure troppo cauto, in generale poco informato. Altospendente e attratto dai prodotti e brand premium, al di là di valutazioni di tipo oggettivo. Affascinato da materie prime preziose e formulazioni tecnologiche. Era questo l’identikit del turista straniero in profumeria fino a qualche anno fa. Oggi la situazione è cambiata, non solo il turista straniero conosce meglio il prodotto, ma varca la soglia del punto vendita sapendo già ciò che vuole – spesso con una lista vera e propria – e qual è il suo prezzo. Focalizza la sua attenzione sullo skincare di fascia alta e sulla fragranze artistiche piuttosto che sull’alcolico commerciale e sul make up. “Abbiamo osservato nell’arco degli ultimi anni un grandissimo afflusso di turisti stranieri a Bologna, molto più che in passato. Si tratta prevalentemente di russi e” racconta Carla Cavara della Profumeria Raggi di Bologna “di orientali. Sono molto attenti ai prezzi e fanno confronti tra i nostri e quelli della concorrenza. Penso che lo strumento di attrazione più importante per questo tipo di clientela sia rappresentato dalle vetrine, che devono essere belle e molto curate”. È della medesima opinione Imma Occhioni della Profumeria Medici di Porto Cervo: “I turisti entrano in profumeria sapendo già che cosa vogliono. Si tratta in genere di marchi di alto livello, principalmente trattamento viso e corpo e molte protezioni solari in concomitanza con la bella stagione. I nostri turisti sono principalmente russi, arabi, americani e inglesi con un’elevata capacità di spesa e quindi optano per marchi come La Prairie, Sisley e Valmont, che enfatizziamo nell’ambito di vetrine di grande impatto visivo. Nonostante ciò non si può dire che il prezzo sia una variabile indifferente, in quanto ci domandano sempre qual è il costo del prodotto, probabilmente per confrontarlo con quello praticato da altri in altri Paesi o città”. “Il turista del passato era molto più disponibile all’acquisto. Oggi ci chiamano e vengono ad acquistare” conferma Piera Galimberti della Profumeria Piergalì di Como “sapendo già che cosa vogliono, soprattutto per quanto riguarda il trattamento. Nell’ambito del profumo, invece, si lasciano maggiormente consigliare perché magari cercano qualcosa di nuovo e di diverso. A parte le eccezioni dei russi, anche la capacità di spesa dei turisti è diminuita rispetto al passato. Se prima c’erano moltissimi americani, oggi sono meno, e anche gli svizzeri, che hanno sempre rappresentato un mercato interessante sono in netta diminuzione, anche per il fatto che il centro di Como da poco meno di un anno è diventato una zona a traffico limitato e quindi preclusa alla circolazione dei non residenti”. Non nota, infine, grandi cambiamenti rispetto al passato Stefania Bartolotti de La Bottega dei profumi di Forte dei Marmi, che conclude: “Sicuramente la presenza russa è la più importante dal punto di vista numerico, ma abbiamo anche arabi, tedeschi, inglesi e francesi. I russi e gli arabi sono quelli con una maggiore capacità di spesa, ma mentre gli arabi non sono frequentatori così assidui di Forte dei Marmi, molti russi hanno acquistato casa qui e ritornano di anno in anno. Sono prima di tutto attenti alla qualità dei prodotti e delle materie prime utilizzate e alla loro esclusività – se il brand è anche conosciuto è meglio ma non è strettamente necessario – nonché alla professionalità del personale del nostro negozio che non propone solo prodotti ma veri e propri sogni. Nel corso degli anni abbiamo notato che questa clientela è più preparata sulla profumeria di nicchia, conosce i marchi e li apprezza. In generale, forse c’è un po’ più di attenzione al prezzo, ma è un discorso che non riguarda i turisti russi, bensì gli altri”.

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