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Un virtuale piuttosto reale

Il fenomeno dell’e-commerce è tutt’altro che una moda passeggera. Sono sempre più numerosi i player, più o meno “pure”, che affollano il web e molti di questi stanno puntando sul beauty…

Chi non ha mai acquistato via Internet alzi la mano? Non vi vediamo ma immaginiamo che le mani alzate siano veramente poche. Un po’ perché il web è comodo (sempre aperto 24 ore su 24), un po’ perché è conveniente, un po’ perché in rete si reperiscono prodotti altrimenti difficili da trovare. Le ragioni sono molteplici, ma ciò che conta è che lo scorso anno 16 milioni di italiani hanno acquistato online – erano solo 9 nel 2011 – per un giro d’affari complessivo di 13 miliardi di euro, di cui 11 milioni sono gli acquirenti abituali, ovvero coloro che comprano almeno una volta al mese, spesso da Mobile, tablet o telefono cellulare. Nel 2014 le vendite da smartphone hanno raggiunto, infatti, la cifra di 1,087 miliardi di euro e si valuta che nel 2015 questo valore cresca del 68% portando le vendite da Mobile a rappresentare il 25% del totale e-commerce (fonte: Netcomm). Stiamo parlando di un fenomeno che ci riguarda come consumatori, ma soprattutto ci riguarda dal punto di vista del business. Sono numerose, infatti, le profumerie che hanno avviato lo shopping online e non stiamo parlando solo delle catene di presenza nazionale ma anche di indipendenti che hanno approcciato il web in una logica di servizio alla propria clientela e come modo per farsi conoscere al di fuori dei confini territoriali in cui operano. Che il mercato della bellezza sia appetibile via web lo testimonia non solo l’interesse degli shopping club online come Amazon Buyvip, Dalani, Privalia, SaldiPrivati, Showroomprive.it, Vente-Privee.com, per citarne alcuni, che spesso hanno dedicato alla bellezza vere e proprie sezioni del proprio sito, ma anche un colosso come Amazon ha recentemente lanciato in Italia la sezione dedicata alla vendita di prodotti di bellezza e cura della persona nella quale sono proposte qualcosa come 15 mila referenze: certamente ci sono marchi che sono appannaggio del mass market, ma non mancano anche quelli selettivi. È sufficiente dare un’occhiata alle fragranze per rendersene conto. Se a questo aggiungiamo anche le parafarmacie pure player – e ce ne sono che vendono anche cosmetici e profumi – ci rendiamo conto di come il beauty sia un mercato interessante per il web ma ancora poco “governato” dalle industrie cosmetiche e dai profumieri. Tant’è che i range di prezzo per i singoli prodotti sono anche molto variabili: c’è chi è allineato con la proposta dei negozi fisici e chi propone sconti importanti con un danno al sell out, di immagine e di credibilità del canale selettivo. Perché non cerchiamo quindi di mettere un po’ di paletti e sfruttare a pieno il potenziale offerto dal canale web?

Il potenziale

Se come anticipato nel 2014 il giro d’affari generato dai siti di e-commerce è stato pari a 13,1 miliardi di euro, in crescita del 16% sul 2013, si stima che nel 2015 il valore raggiunga i 15,073 miliardi di euro (+15%), di cui 7,49 miliardi circa generati dalla vendita di prodotti e i restanti 7,59 miliardi dai servizi, un rapporto quello tra prodotti e servizi che dal 2007 a oggi ha visto crescere l’incidenza dei primi (erano il 34% nel 2007). Le categorie merceologiche più vendute, in ordine di importanza, sono: turismo, abbigliamento, informatica ed elettronica, assicurazioni, editoria, grocery e altro. Quest’ultimo rappresenta il 23% del totale ovvero circa 3,5 milioni di euro. Non sappiamo quale sia la quota del beauty, né complessivamente inteso né come prestige, ma conosciamo l’interesse che questo tipo di referenze genera nel consumatore di sesso femminile. Secondo una ricerca realizzata da Netcomm con HumanHighway è emerso che le donne acquistano via Internet in primis eBook (60%), immediatamente seguiti da cosmetici e prodotti per la salute e il benessere (57%). Si distanziano maggiormente categorie come: gioielli, bijoux e orologi (46%), scarpe (45%), capi di abbigliamento (44%), coupon (43%) e giocattoli (42%).

Complessivamente lo scorso anno sono state realizzate 200 milioni di transazioni, con una frequenza media nel trimestre di 3,4 acquisti. In particolare, coloro che si possono definire e-shopper abituali sono 11 milioni di persone che spendono in servizi e beni digitali più di quanto non facciano in beni fisici. Questo in Italia. E a livello globale? In Gran Bretagna Datamonitor ha stimato che il valore dell’e-commerce di beauty e personal care crescerà di più dell’80% tra il 2014 e il 2019; mentre negli Stati Uniti questo mercato valeva già 4,3 miliardi nel 2013 secondo il rapporto Beauty and the E-commerce Beast di A.T. Kearney, che ha anche stilato una classifica dei siti che detengono la leadership in questo comparto. Scontato dire che Amazon.com la fa da padrone (73%), seguito a distanza da Walmart.com (42%) e Sephora (35%). È invece il Global e-Commerce Report di Nielsen che evidenzia il fatto che il settore del Beauty e del Personale care è quello che registra una crescita più significativa nell’e-commerce, avendo registrato un +6% negli ultimi due anni.

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