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Vicini e connessi

Non solo prossimi ma addirittura connessi con i consumatori finali e il retail. È parte del Dna di Lancôme e il fulcro della strategia della marca nel medio periodo

Primo marchio del selettivo a dichiarare “Solo in profumeria” nelle sue campagne televisive, Lancôme ribadisce la sua volontà di essere vicino ai consumatori con il nuovo Servizio Retail & Education e con un progetto che ha nella felicità il proprio fil rouge. La marca nasce nel 1935 durante l’Esposizione Universale di Bruxelles, per volontà del suo fondatore Armand Petitjean, il quale proponendo cinque profumi, uno per continente, voleva dimostrare che le donne non sono tutte uguali, vogliono essere belle ma in modo differente. Per questo Lancôme non propone degli stereotipi di bellezza ma è più interessata ad accompagnare ogni donna per esprimere la sua bellezza e personalità. Fondamentale per la marca essere “all’ascolto” delle donne di tutto il mondo. Lancôme, è presente in 165 Paesi e può contare sull’eccellenza nella ricerca del Gruppo L’Oréal. Nel 2013 L’Oréal infatti ha investito in Ricerca e sviluppo 857 milioni di euro (+8,4% rispetto al 2012), una cifra tra le più alte del settore e ha depositato 624 nuovi brevetti. Un risultato eccellente dei 23 centri di ricerca e degli oltre 4.009 ricercatori impegnati. “La nostra ambizione è quella di essere sempre precursori e di anticipare i bisogni delle nostre consumatrici, i cantieri più importanti su cui vogliamo lavorare sono la comunicazione digitale e la prossimità con le nostri consumatrici, lavorando in partnership con la distribuzione, motivo per il quale abbiamo potenziato le nostre squadre in questo senso” racconta Ulrika Wikstrom, direttore di marca di Lancôme.

La profumeria sta soffrendo rispetto a canali concorrenti. Com’è possibile riportare il selettivo un ruolo da protagonista nel mercato della bellezza?

Ulrika Wikstrom: Per le donne, la profumeria rappresenta l’idea di un luogo magico, di svago e di divertimento, oltre un luogo di consiglio e di expertise nella bellezza. Chi ha messo l’accento su questi aspetti risulta più vincente in questo periodo di crisi.

In che modo il canale selettivo può e deve rinnovarsi?

Ulrika Wikstrom: Dobbiamo ritornare al passato in una chiave nuova, più moderna e più connessa, non solo attraverso le persone ma anche grazie ai social media che sono collegati alle consumatrici in real time e che permettono di generare traffico nel punto vendita. Oggi iniziamo a vedere dei segnali positivi, testimoniati non solo dai risultati di vendita ma anche da un grande fermento. Dopo un periodo di attesa della crisi e di effettiva recessione poi, in cui c’era poca volontà di investire, di rinnovarsi, oggi avvertiamo maggiore fiducia e voglia di cambiamento, stiamo vivendo un momento positivo, di cui come marca vogliamo far parte. Se confrontiamo la situazione italiana con quella di altri Paesi europei e non solo, ci rendiamo conto di come il nostro Paese sia avvantaggiato dalla sua grande ricchezza distributiva, che si esprime in un retail molto eterogeneo. Questo rappresenta un’opportunità per le marche, per i consumatori e per la distribuzione stessa, che ha così la possibilità di esprimere la propria individualità e tipicità locale nonché la creatività tipicamente imprenditoriale.

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